Forme e generi musicali
Coordinatore: prof.ssa Cristina Santarelli
Parlando di «forma» musicale, si allude convenzionalmente a determinati modelli astrattamente prefissati, a schemi formali codificati entro i cui limiti i musicisti costruiscono le proprie opere; così il termine può essere impiegato come sinonimo di «struttura» ma anche impropriamente di «genere», dando luogo a frequenti confusioni. Adottando la terminologia proposta dalla scuola tedesca e in particolare dal Riemann, si possono distinguere «forme astratte» e «forme concrete».
Nel primo caso intendiamo l’articolazione interna di una composizione: uno schema intellettuale, applicabile a più «generi» musicali, come la F. binaria (o F.-suite) e quella ternaria, la F.-sonata, la F.- variazione, il canone, la fuga, ecc. Nel secondo caso ci si riferisce invece alla configurazione globale di un’opera compiuta: F. concrete sono pertanto i diversi generi musicali (canzone, sonata, concerto, sinfonia, melodramma), sempre che le definizioni non diano luogo a malintesi o ambiguità: ad esempio, una sonata non necessariamente adotta la F.-sonata e quest’ultima, del resto, può essere applicata anche al primo tempo di una sinfonia, di un concerto o nelle forme cameristiche.
Il corso si incentra sull’esplorazione degli schemi formali e sui principali generi della musica strumentale occidentale, analizzati in senso diacronico attraverso le epoche, con l’ausilio di filmati e di audizioni.